Antispecisti libertari Brescia: intervista a un ex dipendente dell’ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA LOMBARDIA E DELL’EMILIA ROMAGNA

I retroscena della sperimentazione animale raccontati da chi li ha visti in prima persona.
In Italia sono circa 600 i laboratori autorizzati dal Ministero in cui si pratica la vivisezione. Sono ovunque, in ogni città. Molti sanno della loro esistenza ma sono in pochi a sapere cosa accade al loro interno, perché una delle principali necessità dei vivisettori è di lavorare nel segreto e nel silenzio. Grazie alla campagna contro l’allevamento di cani beagle Green Hill, questo muro di silenzio è stato infranto, ora migliaia di persone sanno ciò che avviene nei centri di ricerca, hanno sentito le urla di dolore di chi è rinchiuso in gabbia e hanno visto la sofferenza negli occhi di tutti quegli animali che vengono torturati in nome di una scienza assurda e inutile.
A Brescia, sia la facoltà di Medicina e Chirurgia che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, hanno al loro interno stabulari in cui sono prigionieri centinaia di esseri viventi.
Abbiamo intervistato un ex dipendente dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Brescia. Per questioni di privacy verranno omessi il nome, il cognome dell’intervistato e la sua mansione specifica.
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radiopossum 26

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Alla luce delle novità su Green Hill, del dissequestro della struttura e di una situazione che rimane ancora incerta, abbiamo parlato con un attivista del Coordinamento Fermare Green Hill. Con lui abbiamo parlato delle prospettive dell’allevamento e della lotta, delle vittorie della campagna ma anche degli inevitabili errori, ribadendo sempre e comunque due punti chiave. Il primo è che la lotta contro Green Hill è antispecista, dunque è contro qualsiasi forma di sfruttamento animale, della Terra e umano, e non riguarda solo la vivisezione, nè tanto meno solo i cani. Il secondo è che è una lotta dal basso, senza coinvolgimento né strumentalizzazioni da parte di politici in cerca di notorietà e di voti.

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Assassini israeliani vegani rimangono assassini israeliani

Continua la propaganda (husbara) per ripulire l’immagine di Israele. Dopo essersi promosso come unico paese del Medio Oriente sensibile ai diritti degli omosessuali si apre ora una nuova sfida per lo stato israeliano. Diventare anche l’unico paese vicino ai diritti degli animali. E così dopo il pinkwashing arriva il greenwashing (o il veganwashing). Il governo israeliano ce la sta mettendo davvero tutta per mostrare al mondo occidentale la sua versione democratica e civile, anzi, fa addirittura qualcosa in più di tutti gli Stati a lui affini. Ostenta un avanguardismo che lascia totalmente attoniti. E solo chi vuole negare l’esistenza dei Territori Palestinesi e dei sopprusi che vi avvengono ogni giorno può plaudire la nuova idea dell’esercito israeliano (IDF, israeli defence force). Basta collegarsi alla pagina Facebook dell’IDF (https://www.facebook.com/photo.php?fbid=482131358476406&set=a.250335824989295.62131.125249070831305&type=1&theater ) per scoprire la nuova proposta animal friendly concessa ai soldati e le soldatesse: se sei vegano o vegetariano puoi richiedere un trattamento ad hoc. Vestiti vegan e anfibi in finta pelle, cibo cruelty free, una sovvenzione economica maggiore per procurarsi il cibo vegano e la possibilità di non sottoporsi ai vaccini che sono ovviamente testati sugli animali. Insomma, l’esercito israeliano apre le porte al veganesimo sostenendo le scelte individuali di tutti coloro che non vogliono provocare maltrattamenti sugli animali. Un’idea davvero geniale, se non fosse che essere vegani vuol dire molto di più che non mangiare carne e i suoi derivati. Come possiamo ignorare che dopo aver mangiato una bistecca di seitan i soldati israeliani vegani portano avanti un’occupazione militare fatta di continui sopprusi, uccisioni e deportazioni? E’ evidente che la sensibilità nei confronti degli animali è parte integrante di un discorso molto più ampio e complesso. La liberazione animale è imprescindibile dalla liberazione umana. Scegliere di non uccidere e maltrattare animali non umani vuol dire anche essere consapevoli che lo stesso trattamento va applicato agli animali umani. Come gli animali non umani non devono essere rinchiusi nelle gabbie così gli animali umani non devono essere detenuti nelle carceri. Se non si è consapevoli di questi basilari punti di partenza, non si è vegan, si adotta semplicemente una particolare dieta alimentare. Nonostante tutti gli sforzi messi in campo per ammorbidire l’immagine dell’esercito israeliano, non ci lasciamo certo abbagliare da questa nuova iniziativa. Sapere che da oggi i soldati che potranno uccidere in Palestina, rubare o devastare le terre, umiliare uomini donne e bambini potranno essere vegani, non li farà sembrare meno atroci o brutali dei loro predecessori!

Radiopossum trasmissione antispecista
http://radiopossum.noblogs.org

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Video della settimana: [ZAD]Notre Dame des Landes Cronache di Resistenza

http://www.youtube.com/watch?v=w0MN2nb9ofc

Questa settimana proponiamo un video della campagna ZAD(Di cui avevamo già parlato qui), sulla resistenza che viene effettuata in bretagna contro lo sgombero dei territori occupati, tra i vari responsabili la società vinci coinvolta anche nella costruzione del TAV in Valsusa.

Per maggiori info:

in italiano:
https://zad.nadir.org/?lang=it
https://resiste.squat.net/
http://it.squat.net/
in francese:
https://zad.nadir.org/

La solidarietà è un’arma quando è attiva!

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Radiopossum 25 : antibracconaggio nel Bresciano

Radiopossum 25

Novembre, tempo di migrazione degli uccelli. Tempo, purtroppo, di caccia e di bracconaggio. E tempo di lotta e opposizione a queste pratiche. In collegamento da Brescia abbiamo parlato con un attivista del Cabs che partecipa al campo antibracconaggio nel Bresciano, terra d’elezione degli orrori venatori. Il campo va avanti da 26 anni: ci ha spiegato cosa accade, il lavoro degli attivisti che ogni giorno scoprono e smantellano centinaia di reti e trappole a scatto per la cattura degli uccelli, i successi. La coincidenza, tutt’altro che casuale: il Bresciano, terra di cacciatori, è anche zona famosa per le sue fabbriche di armi. Quelle stesse aziende che producono armi a scopo ‘sportivo’ (così vengono considerate quelle da caccia) producono anche armi a scopo bellico. Ne consegue, ancora una volta: gli sfruttatori di animali spesso sono anche sfruttatori di uomini. E la liberazione animale è legata a quella umana. Ovvero, non ci può essere liberazione umana senza liberazione animale.
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In memoria di Barry Horne

Il 5 novembre 2001 moriva nel carcere di Long Lartin, nel Worcestershire, Barry Horne. Barry è stato un militante libertario, animalista ed ecologista. Da inglese aveva supportato la lotta di liberazione della popolazione cattolica dell’Ulster, poi aveva aderito alla causa animalista-ecologista.

E’ stato protagonista di moltissime liberazioni di animali da allevamenti e laboratori (in un’occasione vennero portati via 82 cani e una trentina di conigli) e azioni di sabotaggio di aziende e realtà legate allo sfruttamento animale. Venne arrestato nel 1996 e condannato a 18 anni di carcere. In prigione iniziò e interruppe tre scioperi della fame per sensibilizzare l’opinione pubblica contro la vivisezione. Il partito laburista strumentalizzò la sua causa: prima promise un’inchiesta, poi salito al potere con Tony Blair, rinnegò tutto, piegandosi agli interessi delle lobbies industriali.

Morì per le conseguenze del terzo sciopero della fame, interrotto al 68esimo giorno.

per approfondire http://ita.anarchopedia.org/Barry_Horne

«Il capitalismo e lo sfruttamento animale vanno di pari passo: per entrambi non c’è profitto nella vita ma solo nella morte; […] E’ troppo facile dire semplicemente che la colpa di tutte le uccisioni e di tutta la sofferenza è loro […] e che quindi pagheranno tutto, un giorno. Ancora più facile è voltarsi dall’altra parte […] e non fare assolutamente niente per fermarli. La vita non è mai così semplice, soprattutto per chi si preoccupa della sorte degli animali […]. Ogni giorno di ogni mese di ogni anno ci sono persone che abbandonano la loro vita tranquilla e sicura e decidono di intraprendere l’arduo cammino che porta alla liberazione di tutti gli animali […] Il lungo cammino verso la vittoria che è il solo traguardo per porre fine alla sofferenza e fermare questo massacro. E grazie ai sacrifici e all’impegno di tutte queste persone il cammino si fa sempre più breve, la vittoria si avvicina e il Movimento per la Liberazione degli animali diventa sempre più forte e determinato, mentre chi abusa degli animali è intimorito dalla sua risoluta e cocciuta fede nella vittoria.» (da Support animai rights prisoners newsietter, febbraio 1993)

Questo non vuole essere un memoriale, ma un ricordo vivo di un nostro compagno, un’altro animale che non c’è più.

Con lui ci preme ricordare anche altri compagni deceduti lottando:

Jill Phipps, morta il 1 febbraio 1995, uccisa da un camion di trasporto animali mentre protestava di fronte all’aeroporto di Coventry

Williams ‘Avalon’ Rodgers (2005), suicida in carcere, che lasciò queste parole prima di autoliberarsi: “Alcune culture umane stanno portando avanti una guerra contro la Terra da millenni. Io ho scelto di combattere dalla parte degli orsi, dei leoni di montagna, dei pipistrelli, dei giaguari e di tutto ciò che è selvatico. Io sono solamente il più recente dei caduti in questa guerra. Ma stanotte io sono evaso dalla prigione – io sto tornando a casa, nella Terra, nel luogo delle mie origini. Bill, 12/21/2005 (il solstizio di inverno)

Mike Hill, morto il 1 9 febbraio 1995 in seguito all’aggressione di alcuni cacciatori

Tom Worby, morto il 3 aprile 1993 a soli quindici anni  in seguito all’aggressione di alcuni cacciatori

 

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Radiopossum 24 : no al Mega Macello

Radiopossum 24

Abbiamo parlato con un’attivista del Coordinamento contro il Mega Macello di Manerbio(ne avevamo parlato qui), un progetto in via di definizione nel comune bresciano che prevede la costruzione di un immenso mattatoio, capace di uccidere fino a 1200 maiali l’ora. Con lei abbiamo analizzato l’evoluzione della campagna, fatto il punto sugli interessi che determinano la costruzione di questo campo di sterminio e analizzato passate e future iniziative di protesta e sensbilizzazione. Negli ultimi anni sono usciti diversi video che documentano le orribili condizioni di vita dei maiali (animali estremamente sensibili e molto intelligenti) all’interno degli allevamenti intensivi presenti in Lombardia. Per info sulla campagna –> http://controilmegamacello.blogspot.it/

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Radiopossum 23: giu le mani dalla ZAD

Radiopossum 23

Stasera abbiamo parlato della situazione in Francia, dove va avanti un’occupazione di case e terreni (Zad, Zone A Defendre) per evitare la costruzione di una struttura aeroportuale a Notre-Dame-des-Landes, nei pressi di Nantes. Un’attivista italiana che in Francia partecipa alla lotta in difesa del territorio ci ha raccontato la situazione: l’occupazione è sotto sgombero, le autorità, le forze dell’ordine e il governo socialista di Hollande – grande sponsor della costruzione dell’aeroporto (l’attuale primo ministro Jean-Marc Ayrault è stato per anni sindaco di Nantes) – procedono nella loro opera di criminalizzazione della lotta. E’ significativo osservare che molte delle imprese legate al progetto dell’aeroporto sono a loro volta coinvolte in altre opere di distruzione della Terra e degli habitat degli animali che la popolano: è il caso per esempio della francese Vinci, che concorre alla devastazione della foresta russa di Khimki.

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Ripartiamo da Harlan: Prospettive sul movimento di liberazione animale in Italia

Ripartiamo da Harlan
Le prospettive del movimento di liberazione animale in Itialia


l’Antispecismo è l’idea radicale che l’uomo non è altro che un animale come tanti altri.
Non esiste alcuna differenza di valore tra le specie, come per esempio tra un uman@ e un opossum.
Con questo approccio abbiamo deciso di iniziare, lo scorso anno, una trasmissione radiofonica di teoria e pratica antispecista: “Radiopossum” per l’appunto.
Liberazione animale altro non significa che liberazione di tutti gli animali.
Da antispecist* non possiamo dunque che lottare sia per la liberazione dei non umani dagli umani sia per quella degli umani dagli altri umani.
Le forme di sfruttamento sono, infatti, del tutto analoghe in quanto lo stesso sfruttamento che gli/le umani/e esercitano contro i non umani viene esercitato anche contro gli uomini e le donne.
Per questo crediamo che sia imprescindibile all’interno del movimento di liberazione animale un approccio libertario e contro ogni forma di autorità e sfruttamento.
Ad Harlan questo sfruttamento viene esercitato contro le cavie, macachi, topi, criceti, conigli, cani nei CIE viene esercitato contro i/le migrant*, nelle carceri contro i/le detenut*, negli stupri contro le donne, nel lavoro e nello stato contro tutt* noi che siamo costrett* a partecipare e a subire questa società.
Le multinazionali dell’industria farmaceutica, chimica e agroalimentare che torturano e uccidono ogni anno milioni di animali nei loro laboratori sono le stesse che hanno sfruttato di nascosto come cavie donne e bambini, talvolta persino neonati (come in Argentina), nei paesi del cosiddetto “terzo mondo”, appoggiandosi alle autorità politiche e sanitarie locali, compiacenti e corrotte. E sono le stesse che sfruttano il consumatore occidentale (peculiare figura, vittima e complice al tempo stesso) poiché la vera sperimentazione che questi colossi conducono è quella ‘sul campo’, nel rapporto vendita-consumo all’interno di una società medicalizzata e perennemente alla ricerca della pillola magica, che faccia sparire tutto, dolore e paura, ansia e frustrazione, stanchezza e malattia, nell’illusione di una vita perfetta, plastificata, preconfezionata.
La vita che conducono le cavie nei laboratori ogni giorno è invece ben altra. I cani di Green Hill, i roditori di Harlan, le scimmie strappate dalle loro foreste, rapite e deportate negli stabulari è fatta invece di solitudine, luce artificiale, paura, dolore, sevizie, intossicazioni, interventi chirurgici, amputazioni, ustioni, agonia.

Ma per quanto atroce sia la vivisezione, la lotta contro di essa è solo un tassello e non può vincere veramente lo sfruttamento animale se non si conduce contemporaneamente una lotta di più ampio respiro.
Non dobbiamo, di conseguenza, accettare le ingerenza dei politici che si interessano della causa animale solo per fare campagna elettorale né tantomeno confidare nella mano “amica” delle istituzioni che se da un lato sembrano aiutarci dall’altro appena possono cercano di togliere dai piedi qualunque cosa non sia funzionale alle leggi di mercato.
Mettere in discussione lo sfruttamento degli animali significa mettere in discussione noi stess* e la società che produce tale sfruttamento.

Per la Liberazione Animale e della Terra, per la Liberazione Totale, fermiamo Harlan e la società che se ne serve!

RadiOpossum
Ascoltaci ogni lunedì su Radiondarossa dalle 22 alle 23 più o meno (Roma-87.9)
Oppure visita il nostro blog http://radiopossum.noblogs.org e ascoltaci in streaming
Contattaci all’indirizzo radioossum _AT_ inventati _Dot_  org

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Radiopossum 22 Adesso tocca ad Harlan!

Radiopossum 22

Dopo Green Hill, ora tocca ad Harlan. In previsione del corteo di sabato 20 contro Harlan, allevamento che fornisce animali (soprattutto roditori) ai laboratori di vivisezione, a Lesmo (MB) abbiamo intervistato in radio un attivista del Coordinamento Fermare Green Hill. Ci ha spiegato la realtà di Harlan, allevamento ‘industriale’ al pari di Green Hill, e con lui parlato di lotta alla vivisezione dopo i tre anni circa di campagna contro l’allevamento di Montichiari: i tanti successi, le cose da migliorare, le prospettive e soprattutto la necessità di un antivivisezionismo che sia non solo protezionismo di alcuni animali (i cani di Green Hill, ad esempio) ma sia antispecismo a tutto tondo. Ha fatto anche il punto sulla situazione Green Hill. I cani, più di 2500 vite salvate, sono tutti liberi e affidati ma la struttura è ancora aperta, benché vuota per ora, e non bisogna abbassare la guardia.
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