Radiopossum 80 – Intervista sul fracking in Sud America

fracking

(la trasmissione inizia dopo un minuto)

Il tema della puntata di lunedì sera è stato il fracking, la tecnica di estrazione basata sulla fratturazione degli strati di roccia tramite la pressione di enormi quantità di acqua al fine di facilitare l’estrazione di petrolio e gas dal territorio. Abbiamo avuto l’opportunità di ospitare per la seconda volta un attivista italiano che vive in Argentina e si oppone al fracking insieme alle comunità di indios mapuche. Ci ha spiegato i danni ecologici (spreco d’acqua, contaminazione delle falde acquifere, dissesto idrogeleogico etc.etc.) e sociali (persecuzione poliziesca dei nativi locali, stravolgimento e perdita delle tradizioni locali, degli usi e dei costumi). La lotta dei nativi ostacola gli enormi interessi dell’industria estrattiva e dei suoi sodali politici. Inevitabile la repressione, fatta di arresti, pestaggi e persino omicidi. Al bastone viene affiancata la carota: presunte Ong che fanno propaganda tra i nativi, corruzione, promesse di stipendi più alti, circolazione della droga, prostituzione, gioco d’azzardo. Il risultato è un ecocidio da una parte, con la distruzione di foreste e corsi d’acqua e la morte di persone e animali, e un genocidio dall’altra, con quanto resta delle comunità native argentine e sudamericane che rischia di essere cancellato definitivamente insieme al loro habitat. Per chi volesse saperne di più, può visitare il blog http://apca.noblogs.org Torneremo a parlare di fracking e di lotte indigene nella prossima settimana, per cui….stay tuned!

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Radiopossum79 – Aggiornamenti su Airfrance-Klm

monkeys

 

 

 

In trasmissione abbiamo fatto il punto con un attivista su Gateway to Hell, la campagna su scala internazionale di pressione sulle compagnie aeree che trasportano animali, soprattutto primati, destinati ai laboratori di vivisezione. Una campagna che finora ha dato molti successi, dato che diverse compagnie aeree di tutto il mondo hanno deciso di interrompere questi viaggi della morte, dove gli animali vengono stipati nelle stive, impauriti, ingabbiati e sofferenti e trasportati nei laboratori dei vivisettori. Poche compagnie aeree resistono, tra le quali spicca Air France-Klm, il bersaglio principale su cui si concentra questa campagna, fatta di manifestazioni di fronte agli uffici e alle biglietterie, boicottaggio economico e cattiva pubblicità. Colpire i trasporti aerei significa colpire un anello fondamentale della catena della sperimentazione animale: significa far lievitare vertiginosamente i costi del trasporto di animali, rendere più difficile l’approvigionamento di cavie da parte dei centri di ricerca, rallentare procedure e arrivi di nuove vittime. Per informazioni sulla campagna–> http://www.gatewaytohell.net

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Radiopossum 78 – Le acque nucleari di Pisa

*L’audio comincia effettivamente dopo qualche minuto*

Questa settimana abbiamo intervistato un compagno di pisa che in vista della manifestazione che si terrà sabato contro lo sversamento di acque di raffreddamento di un ex impianto nucleare spermentale gestito dalle forze armate e dall’università di Pisa.
Il compagno ci racconta tutta la storia fin dagli albori e la sua evoluzione a seguito dei referendum che hanno per 2 volte negato il nucleare in Italia.

 

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Radiopossum 77- Brevetti sui semi, biopirateria e biodiversità

Un  approfondimento sulla questione dei brevetti sugli esseri viventi con un particolare focus sui semi e le piante. Abbiamo parlato in maniera generale con un’ospite della giurisdizione internazionale in materia di brevetti sui semi e sulle piante, accennato brevemente alla questione ogm e parlato del fenomeno dela biopirateria ovvero quella pratica con la quale le grandi multinazionali occidentali cercano di brevettare piante e semi con proprietà importanti che fanno parte della tradizione e della cultura di popoli indigeni da millenni.

Successivamente abbiamo fatto un focus sulla perdita di biodiversità a causa delle monocolture dell’agricoltura intensiva e industrializzata.Abbiamo accennato alla situazione italiana e a quella mondiale.

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Radiopossum 76 – La migrazione dei rospi

In Lombardia alcuni attivisti nel periodo primaverile ogni sera si occupano di salvare i rospi dalle automobili. Questi animali effettuano una piccola migrazione per raggiungere fonti d’acqua dove accoppiarsi e depositare le uova: quest’attività essenziale alla sopravvivenza della specie è minacciata dallo sviluppo industriale e come al solito dagli esseri umani, che con le automobili ogni giorno uccidono centinaia di rospi. In collaborazione con la Lega Abolizione Caccia, gli attivisti si preoccupano di incanalare gli animali per fargli effettuare il percorso senza correre rischi, salvando ogni sera decine di rospi. Un’attività poco conosciuta (svolta per anni anche qui da noi nel Lazio), ma essenziale

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Radiopossum 75- Rifugio “Il Grattacielo”

Lunedì abbiamo sentito in trasmissione un ragazzo del rifugio Il Grattacielo, sorto nella provincia romana per accogliere animali abbandonati e sfruttati (soprattutto maiali, ma anche galline, cani, un cavallo, un pavone). Il Grattacielo è diventato una fattoria didattica, che si propone di insegnare ai bambini un corretto approccio con gli animali, basato sul rispetto dei loro sentimenti, delle loro esigenze e soprattutto del loro diritto alla libertà. Con il nostro ospite abbiamo inoltre affrontato il tema dell’antispecismo a 360°, inteso come opposizione a qualsiasi forma di discriminazione nei confronti di qualsiasi essere vivente.

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Radiopossum 74: Zoo e Acquari, ne parliamo con un etologo.

Zoo, parchi acquatici, acquari…tante sigle che nascondono sempre una prigione per animali selvatici, costretti a ‘vivere’ dentro piccole gabbie e vasche. Con l’etologo Roberto Marchesini abbiamo discusso di questo particolare settore dello sfruttamento animale. Ci ha spiegato le sofferenze che patiscono gli animali reclusi e il danno dal punto di vista educativo che ricevono i bambini che vengono portati da adulti istupiditi. Abbiamo anche provato a smontare la menzogna che vorrebbe queste prigioni luoghi di conversazione della biodiversità. Che biodiversità è quella di un panda imprigionato ed esposto come un trofeo di caccia? La vera biodiversità si difende tutelando l’habitat degli animali e la natura, non certo imprigionando i pochi superstiti dei mondi che l’uomo sta distruggendo per profitto e sete di potere.

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Radiopossum73: Repressione vs resistenza ZAD

https://archive.org/download/radiopossum73/radiopossum73.ogg

In questa puntata torniamo a parlare della Zad, in particolare un compagno di Parigi ci parlerà della manifestazione del 22 Febbraio: “é stata la manifestazione più grande da quando è nato il movimento di opposizione alla costruzione dell’aeroporto, c’erano circa 40-50.000 persone a Nantes, la città più vicina al luogo in cui dovrebbe sorgere l’aeroporto. Nel novembre del 2012 il governo francese ha cercato di sgomberare la ZAD, con l’ “operazione Cesare” (nome ironico dato che ad esempio anche in Val di Susa e in altri posti l’immaginario di resistenza è anche contro l’armata di Cesare). Hanno provato più volte a sgomberare la Zad senza mai riuscirci, finchè nella primavera del 2013 è terminata l’occupazione militare, ma a dicembre il governo e il prefetto della regione hanno ribadito la volontà di proseguire il progetto e di iniziare i lavori al più presto, quindi la manifestazione del 22 è stata una risposta a questa offensiva politica e mediatica. La manifestazione è stata molto partecipata, c’erano molte persone, bambini, famiglie, anziani e giovani a volto coperto e non e carri di carnevale che rappresentavano le specie animali minacciate dalla costruzione dell’aeroporto, questi ultimi in risposta al progetto di “compensazione ecologica” del governo, cioè il trasferimento di specie e stagni minacciati in altri luoghi. C’erano anche molti contadini con i loro trattori e questo dimostra che il mondo contadino è molto impegnato e attento a ciò che accade in questo momento. La mattina stessa della manifestazione la Prefettura aveva deciso di vietare, per la prima volta a Nantes, l’accesso del corteo in centro, permettendo un percorso di soli 800 metri, un percorso brevissimo, soprattutto considerando che c’erano tra le 40 e le 50 000 persone. Per questo c’era un pò di tensione creata dalla polizia che era schierata con idranti, ha attaccato il corteo con lacrimogeni, e quando ci sono state risposte ha usato anche granate assordanti; ci sono stati molti feriti dato che c’è stata una risposta da parte dei manifestanti all’attacco della polizia. Nonostante ciò la gente è rimasta sul posto fino alla fine e il clima generale era quello di unione tra tutti i manifestanti e nonostante la manifestazione fosse stata indetta da una grande moltitudine di persone, in una situazione molto eterogenea, è stato bello vedere come il corteo è rimasto determinato e compatto di fronte al dispiegamento di forze di polizia. c’era molta gente determinata a esprimere la propria rabbia in maniera diretta, sia contro il locale della Vinci, la multinazionale impegnata nel progetto di costruzione dell’aeroporto, che è stata danneggiata e a cui sono stati bruciati alcuni mezzi di cantiere, sia contro le agenzie di viaggio, che sicuramente hanno interesse a che l’aeroporto venga costruito, ma anche contro la polizia. La cosa bella è che non c’è stata una presa di distanza da parte del resto dei manifestanti rispetto queste azioni, anche se poi il governo e i media hanno provato a far emergere divisioni all’interno del movimento, mentre in realtà sia il giorno della manifestazione che i giorni seguenti il movimento si è mostrato molto unito. Il governo sembra aver avuto paura sia di tutte queste persone così determinate, sia del fatto che la folla è rimasta vicina e non sia fuggita, nè abbia preso le distanze da queste azioni Inoltre nel corteo c’erano striscioni di solidarietà con la lotta NO TAV e con Chiara, Niccolò, Claudio e Mattia, perchè si sapeva che in Italia c’era questa giornata di manifestazioni no tav; anche i locali della compagnia francese delle ferrovie, la sncf, è stata danneggiata e i binari sono stati temporaneamente bloccati da fumogeni per denunciare la partecipazione di questa società francese alla costruzione della tav. quale è stato il passaggio per cui questa lotta che possiamo definire locale è diventata invece una lotta nazionale, più ampia? il progetto è portato avanti dalle autorità fin dagli anni ’60, ’70, ma è soprattutto in questi ultimi 5-10 anni che il movimento è cresciuto, cioè da quando i contadini hanno occupato e invitato a occupare le terre su cui dovrebbe essere costruito l’aeroporto. Da allora molte persone hanno occupato la Zad, per periodi brevi o lunghi, e la lotta è diventata davvero di interesse generale quando nell’autunno del 2012 le autorità hanno provato a sgomberare questo luogo. In questa occasione sono arrivate persone da tutta la Francia a difendere la zad, e poi c’è stata una grande manifestazione di rioccupazione e ricostruzione a cui hanno partecipato più di 40 mila persone. Da questo momento è stato chiaro che ci sarebbe stata gente proveniente da tutta la Francia pronta a difendere la Zad dalle offensive dell’autorità, anche perchè si ha la sensazione che questa lotta può davvero essere vinta.”

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Radiopossum 72 – NO TRIV Sannio-Irpinia e la costruzione di impianti di estrazione

http://www.giovannifavia.it/wp-content/uploads/2013/05/NoTriv-2.pngUna chiacchierata con un compagno di Benevento ci ha portato questo lunedì in Campania per conoscere la lotta NO TRIV che sta crescendo in questa zona.

“Vi sono infatti 4 progetti riguardanti la ricerca di idrocarburi, e tutti colpiscono l’Irpinia ed il Sannio. Due delle istanze hanno già avuto parere favorevole, tra cui il Progetto Nusco, con il suo pozzo esplorativo ubicato a poche centinaia di metri dal Centro Urbano di Gesualdo, in provincia di Avellino”.

Consapevoli della devastazione che si prospetta nei loro territori i compagni e le compagne stanno cercando di costruire un percorso dal basso che si opponga e blocchi la partenza di questi folli progetti, che informi e coinvolga la popolazione locale.

“La ricaduta occupazionale dei progetti di estrazione è circa pari a zero, in quanto se da un lato saranno impiegati alcune centinaia di tecnici specializzati, tra l’altro provenienti da altre regioni, dall’altro coloro che in questi anni hanno trovato occupazione nei settori dell’agricoltura e dello sviluppo sostenibile avranno problemi di chiusura di aziende agricole con conseguente perdita di posti di lavoro. Non c’è alcun vantaggio e nessun progresso se i luoghi di produzione saranno soggetti ad inquinamenti delle falde acquifere e dei suoli, se il paesaggio e l’ambiente saranno soggetti a degrado, se le economie tradizionali saranno soggette ad un drastico ed irreversibile cambiamento. Inoltre le tecniche di estrazione potrebbero alimentare e favorire il rischio sismico, in territori, come quelli dell’Irpinia e del Sannio, già di per se ad un elevato rischio”.

Per essere aggiornati potete consultare il sito http://notrivsannio.wordpress.com/

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Radiopossum 71 – Sulla repressione antispecista.

Sull’onda della macchina della repressione che ha iniziato a colpire in particolare la mobilitazione contro la vivisezione, con gli avvisi di garanzia recapitati ad alcuni attivisti del Coordinamento Fermare Green Hill in seguito all’occupazione (e alla liberazione di centinaia di animali) dello stabulario del Dipartimento di Farmacologia dell’università di Milano nella primavera del 2013, in trasmissione abbiamo discusso con un attivista della situazione. Negli ultimi due anni la lotta contro la sperimentazione animale è diventata il tema di punta del movimento italiano, dalla liberazione di cani dall’allevamento Green Hill (primavera 2012), alla chiusura dello stesso fino ai fatti di Milano. Una lotta che ha mobilitato migliaia di persone e scosso la coscienza di un intero paese (talvolta anche in modo superficiale e puramente emotivo), ma ha anche scatenato la risposta del mondo della ricerca, delle lobby industriali-farmaceutiche, dei politici collusi. Una risposta ben pianificata e orchestrata, fatta di repressione ma anche di comunicazione, spesso usando come volto presentabile ricercatori o studenti. Tutti immancabilmente ‘giovani, ‘precari’, con quell’aria da nerd che regala sempre un po’ di tenerezza, e, a loro dire, instancabilmente dediti giorno e notte a cercare la soluzione a tutti i mali che affliggono l’umanità, ovviamente per pura filantropia e non per meschini interessi personali. Una strategia mediatica comunque studiata a tavolino e ben organizzata, capace di solleticare il qualunquismo dell’opinione pubblica, e con la quale il movimento antispecista si deve confrontare.

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