Radiopossum 71 – Sulla repressione antispecista.

Sull’onda della macchina della repressione che ha iniziato a colpire in particolare la mobilitazione contro la vivisezione, con gli avvisi di garanzia recapitati ad alcuni attivisti del Coordinamento Fermare Green Hill in seguito all’occupazione (e alla liberazione di centinaia di animali) dello stabulario del Dipartimento di Farmacologia dell’università di Milano nella primavera del 2013, in trasmissione abbiamo discusso con un attivista della situazione. Negli ultimi due anni la lotta contro la sperimentazione animale è diventata il tema di punta del movimento italiano, dalla liberazione di cani dall’allevamento Green Hill (primavera 2012), alla chiusura dello stesso fino ai fatti di Milano. Una lotta che ha mobilitato migliaia di persone e scosso la coscienza di un intero paese (talvolta anche in modo superficiale e puramente emotivo), ma ha anche scatenato la risposta del mondo della ricerca, delle lobby industriali-farmaceutiche, dei politici collusi. Una risposta ben pianificata e orchestrata, fatta di repressione ma anche di comunicazione, spesso usando come volto presentabile ricercatori o studenti. Tutti immancabilmente ‘giovani, ‘precari’, con quell’aria da nerd che regala sempre un po’ di tenerezza, e, a loro dire, instancabilmente dediti giorno e notte a cercare la soluzione a tutti i mali che affliggono l’umanità, ovviamente per pura filantropia e non per meschini interessi personali. Una strategia mediatica comunque studiata a tavolino e ben organizzata, capace di solleticare il qualunquismo dell’opinione pubblica, e con la quale il movimento antispecista si deve confrontare.

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