Liberazione animale (senza confini)

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Alcuni giorni fa in Cina decine di persone hanno bloccato dei camion che trasportavano centinaia di cani verso un mattatoio. Non è la prima volta che accadono queste cose nel paese asiatico: negli ultimi anni migliaia di cani e gatti sono stati salvati dal loro destino grazie all’intervento diretto di attivisti, che hanno fatto irruzione in allevamenti e mattatoi.

Diamo spazio a questa notizia perché riteniamo che offra almeno due utili spunti di riflessione. Il primo è che purtroppo lo sfruttamento animale è diffuso a livello planetario. Immagini del genere però non sono affatto diverse da quelle che vediamo ogni giorno sulle nostre autostrade. Al posto di cani e gatti troviamo galline, conigli, maiali, bovini e ovini. Tutti ugualmente accatastati l’uno sull’altro, sanguinanti, sofferenti, terrorizzati. Tutti trattati come fossero una merce.

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Il secondo è che per fortuna anche la resistenza e la lotta di liberazione animale sono ugualmente diffuse nel mondo, senza barriere né confini. Sappiamo che nei social network immagini e notizie del genere sono accompagnate dagli immancabili commenti a sfondo razzista contro i cinesi e gli orientali in generale, accusati di essere crudeli nei confronti degli animali.
Pensiamo che queste immagini dimostrino, nel bene e nel male, che non esistono popoli ‘migliori’ o ‘peggiori’ nei confronti degli animali non umani. Esistono solamente persone che decidono di lottare e persone – la gran parte – che preferiscono chiudere gli occhi ed essere complici.

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