Talidomide, cinquant’anni dopo…

Cinquant’anni per elaborare semplici scuse. Tempi biblici per la Grunenthal, la multinazionale del farmaco che mise in commercio negli anni Cinquanta il Talidomide per donne incinte: più di 20.000 bambini nacquero con malformazioni agli arti (senza contare quelli morti), come diretta conseguenza dell’assunzione del farmaco. Oggi, solo oggi, ha espresso le proprie “scuse” (dopo decenni in cui ha negato qualsiasi responsabilità, rifiutando anche di risarcire le vittime).

Perché ne parliamo qui? Perché il Talidomide è uno dei casi più evidenti della falsità e della pericolosità della vivisezione. Il farmaco venne testato sugli animali da laboratorio, poi messo in commercio: che ne è dell’assicurazione dei vivisettori che la sperimentazione animale è “indispensabile”? Indispensabile a cosa? A far soffrire animali prima e esseri umani poi? Agli occhi di Big Pharma l’essere umano non è poi così diverso dall’animale: sempre e comunque cavia su cui sperimentare e sul quale fare soldi…

Articolo da Repubblica.it

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Liberazione animale…senza confini

Sul sito directaction.info è apparsa questa rivendicazione.

Si tratta di una liberazione di tre uccelli tenuti prigionieri in gabbia. Non un’azione eclatante o spettacolare, per quanto ogni animale che riacquista la libertà, ogni vita che viene tolta dalle mani degli sfruttatori, è di per sè una notizia importante. Colpisce casomai il luogo. Questa liberazione è avvenuta in Vietnam, a testimonianza di come alcune idee non conoscano confini e piano piano si stiano diffondendo in tutto il pianeta.

Poco sappiamo dell’Asia, e spesso tendiamo a ritenerla una dimensione oscura che permette crudeltà di ogni tipo nei confronti degli animali: un caso su tutti, secondo la vulgata benpensante, le abitudini alimentari della Corea del Sud e di alcune zone della Cina che includono anche carne di cane e gatto. Non solo l’evidenza dei fatti (gli allevamenti intensivi, la vivisezione…sono tutti ‘prodotti’ occidentali), ma anche notizie come queste servono a smentire qualsiasi pregiudizio etnocentrico.

Cogliamo la ‘vicinanza’ geografica per rimandare al link della puntata in cui abbiamo parlato della deforestazione dell’Indonesia e della mobilitazione di indigeni e attivisti ecologisti contro questo ecocidio

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Billy è ibero!

diffondiamo il comunicato:

Ciao a tuttx,
domenica 19.08 sono uscito. Il giudice (bava alla bocca!) come con Silvia pure a me ha concesso il rilascio condizionale ai 2/3 della pena. Ritrovare il calore dei compagni e delle compagne, ritrovare sguardi e discorsi per me cosi preziosi è gioia allo stato puro. Nonostante l’isolamento che in questo tempo ci è stato imposto non c’è stato mai davvero un solo attimo in cui ho avuto la sensazione di essere da solo. Dalle lettere, dalle notizie di benefit e iniziative, dalle notizie di azioni che arrivavano, l’energia era quasi palpabile, un esperienza forte, nonostante tutto. Per questo, per la forza ed il calore, per il coraggio ricevuto, non posso non dire grazie. Grazie davvero.
Naturalmente nulla è finito, anzi, è solo un nuovo inizio lungo “questo sentiero fuori dalla strada maestra”.
Ora manca Costa, e Marco porcodio !!
Tutta la solidarietà agli/e indagati/e e perquisiti/e dell’ operazione “Mangiafuoco” e a tutti/e i/le ribelli dentro.
Grazie
Billy

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Video della settimana

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In questo video pubblicato su Youtube e sul sito Bite Back alcuni attivisti anonimi hanno rivendicato la liberazione di 180 galline da un allevamento in batteria nel sud della Svezia. Oltre al riscatto di un numero così grande di animali, che ora potranno vivere liberi e lontano da qualsiasi forma di sfruttamento, in questo video è stata documentata anche la realtà dell’allevamento. Anche qui, come in tutti gli altri allevamenti di qualsiasi paese dove sono state effettuate investigazioni, il panorama è lo stesso: gabbie sovraffollate, rumore assordante, animali feriti, piagati e sofferenti, stress, cadaveri caduti dalle gabbie e abbandonati per terra a marcire. Decine di migliaia di occhi che conoscono solo il ferro, il dolore dei loro simili, la luce artificiale. E mai conosceranno l’aria pulita, il sole, l’erba. Questa è la realtà dell’industria della carne/pesce e dei suoi derivati (uova, latte): non esiste un allevamento “rispettoso delle necessità degli animali”, come invece propagandano a parole gli sfruttatori.

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radiopossum15

radiopossum_15<–ascolta la trax

Lunedì sera abbiamo parlato con un’attivista del Coordinamento Fermare Green Hill, alla luce del sequestro della struttura avvenuto la scorsa settimana e delle macabre scoperte avvenute all’interno dell’allevamento, con un centinaio di animali trovati morti. Abbiamo analizzato la situazione, ipotizzato possibili evoluzioni e invitato a non abbassare la guardia: il sequestro non è definitivo, la lotta contro Green Hill e la Marshall Bio (l’azienda americana proprietaria dell’allevamento) non è ancora finita. Di sicuro la campagna ha segnato un passo in avanti del movimento antispecista italiano, per la sua capacità di confrontarsi con una realtà industriale e potente come la Marshall Bio dopo la vittoriosa campagna contro l’allevamento Morini, realtà a conduzione famigliare che vendeva cani, conigli e roditori ai laboratori di vivisezione. Continua a leggere

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I cani di Green Hill possono essere dati in affido

La Procura ha firmato per la possibilità di affido dei 2500 cani prigionieri di Green Hill. Tecnicamente questo signifca che la custodia (non la proprietà) passa nelle mani delle associazioni firmatarie degli esposti che hanno portato al sequestro della struttura.

Affido non vuol dire adozione. Il proprietario del cane (è disgustoso parlare di proprietà quando ci si riferisce ad esseri viventi, ma purtroppo questa è la realtà) non è l’affidatario, teoricamente se la magistratura desse ragione alla Marshall Bio/Green Hill i cani le sarebbero restituiti.

Per ottenere l’affido di uno di questi animali e per approfondire la notizia, rinviamo all’articolo apparso sul sito del Coordinamento Fermare Green Hill, dove è possibile scaricare anche un modulo e avere informazioni pratiche

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Green Hill sequestrato. Riflessioni

Come era prevedibile a due giorni di distanza dal sequestro dell’allevamento Green Hill trapelano notizie da quel campo di concentramento. Si parla di almeno un centinaio di carcasse congelate accatastate nella struttura e perfino di un grottesco, penoso, tentativo di manomissione di dati del sistema informatico dell’azienda tramite un accesso remoto da un server americano, “presumibilmente dalla casa madre di Green Hill, la Marshall” (fonte: Corriere della Sera, edizione di Brescia, 20 luglio 2012). Il tutto proprio sotto gli occhi dell’esperto informatico della Procura che in quel momento stava controllando il sistema…

Come giustamente ha rilevato il Coordinamento Fermare Green Hill, è presto per cantare vittoria. Negli anni sono stati moltissimi gli allevamenti e i anche i canili sequestrati e poi riconsegnati ai proprietari-aguzzini, che hanno usato le mille scappatoie legali per riprendere possesso della loro “merce”. Pare ci siano almeno 15.000 (!) richieste d’adozione per i cani di Green Hill (che, è bene ripeterlo, attuamente sono sotto sequestro e NON POSSONO essere adottati): il beagle di GH è ormai diventato un feticcio, in un paese in cui centinaia di migliaia di cani marciscono ogni giorno nei canili nell’indifferenza di tutti. Continua a leggere

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Radiopossum 14, Essere Animali

Radiopossum 14

Dopo Nemesi Animale la scorsa puntata, abbiamo sentito un altro gruppo di attivisti antispecisti, Essere Animali. Ci hanno raccontato la loro attività in difesa degli animali e contro ogni forma di sfruttamento: la loro investigazione all’interno di alcuni allevamenti di galline ovaiole che ha documentato l’orrore di questi campi di concentramento e la sofferenza delle migliaia di animali prigionieri; la promozione del veganesimo; la protesta contro l’industria della pelliccia e contro gli zoo e i circhi. Abbiamo voluto poi ritagliare anche uno spazio per affrontare il nodo del carcere e della solidarietà ai prigionieri, partendo da alcuni spunti di cronaca recente: gli arresti dell’Operazione Ardire; le condanne per devastazione e saccheggio inflitte ad alcune persone in seguito agli scontri del G8 2011; le scarcerazioni dell’attivista ecologista Silvia Guerini e dell’animalista inglese Sarah Whitehead. Esprimiamo solidarietà a tutti i prigionieri politici, animalisti ed ecologisti. La solidarietà, politica e umana, è un’arma! Continua a leggere

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Radiopossum 13, Nemesi Animale

Radiopossum 13

Nella puntata di lunedì abbiamo parlato con un attivista di Nemesi Animale, una realtà antispecista attiva in Lombardia: in poco più di un anno Nemesi Animale ha fatto investigazioni e prodotto documentazione all’interno di allevamenti di maiali e di galline ovaiole ed hanno messo on line un dossier sulla sperimentazione animale nei laboratori di Milano. Hanno partecipato ad iniziative contro la caccia (campi antibracconaggio) e al soccorso di animali selvatici. Con l’attivista abbiamo parlato di quanto sia importante l’impegno in piazza, la documentazione all’interno dei luoghi di sfruttamento e sofferenza degli animali come gli allevamenti e i laboratori: ci ha preannunciato che da settembre ci saranno nuove iniziative e campagne, in particolare quella contro il circo. Continua a leggere

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Silvia libera!

Come da oggetto, la compagna ecologista radicale Silvia è finalmente libera, a lei il nostro abbraccio più caloroso!

Giovedi’ 4 luglio Silvia è stata rilasciata a Chiasso alla frontiera. Insieme ai parenti si è avviata verso casa libera senza restrizioni. Le è stato accettato lo sconto di pena di un terzo.

http://silviabillycostaliberi.noblogs.org/

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