Radiopossum 50

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Perché tutti gli animali del Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Milano siano liberi! Lunedì sera abbiamo dato notizia della campagna del Coordinamento Fermare Green Hill affinché l’Università mantenga le sue promesse e liberi tutti gli animali (17 conigli e diverse centinaia di roditori) ancora prigionieri, dopo l’irruzione e l’occupazione da parte degli attivisti del Coordinamento di due mesi fa. Dietro accordo con l’Università, allora gli attivisti portarono via con loro un coniglio e centinaia di roditori, mentre l’Università si impegnava a consegnare in breve tempo anche tutti gli altri animali ancora prigionieri. Cosa che finora non è avvenuta, di conseguenza il Coordinamento ha dato inizio a una serie di attività di pressione (presidi, tavoli informativi etc.etc.).
Sull’onda di questa vicenda, abbiamo anche esposto alcune nostre considerazioni sullo specismo che ancora pervade una parte dell’ambiente cosiddetto ‘antagonista’. Tra i giovani ricercatori e studenti che animano il coordinamento di supporto alla vivisezione chiamato Pro-Test vi sono diversi attivisti di collettivi universitari, evidentemente afflitti da un ridicolo strabismo. Dicono, a parole, di battersi per la liberazione umana e per la lotta contro ogni forma di sfruttamento ed oppressione dell’uomo sull’uomo, ma chiudono gli occhi – e, anzi, peggio: si rendono complici – di una delle più abiette forme di sfruttamento dell’uomo sull’animale, la vivisezione.
Di fatto sono degli strumenti nelle mani delle lobbies di ricercatori, delle industrie farmaceutiche e delle grandi aziende multinazionali della chimica e dell’agroalimentare, le quali non solo commissionano la tortura e l’uccisione di milioni di animali ogni anno, ma sono anche responsabili della devastazione della Terra e, in ultima istanza, dello sfruttamento umano

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