Ritorno all’isola del Giglio

IMG_0909Antefatto: a febbraio due attivisti scoprono sull’isola del Giglio un ‘deposito’ di trappole per animali selvatici. Opportunatamente nascoste nella macchia mediterranea, rinvengono 110 sep (trappole a scatto che servono ad uccidere gli uccelli migratori – vedi foto 1 e 2, clicca sulla foto per ingrandire) e un centinaio di lacci per conigli in ‘preparazione’ (vedi foto 3 e 4). Nessuna delle trappole è attiva: è di fatto una specie di armeria dalla quale il bracconiere prende i suoi strumenti di morte quando decide di usarli.

IMG_0912Per ragioni strategiche (di cui non possiamo scrivere nel dettaglio) decidono di non rimuoverle.

 

 

IMG_0910A distanza di tempo torniamo nell’isola in tre (un attivista di Radiopossum, una delle due persone che erano state a febbraio e una terza persona) per portare via ed eliminare queste trappole.

 

IMG_0913Nelle altre zone dell’isola troviamo conferma per fortuna delle impressioni che avevamo ricavato nella nostra visita di aprile: poche trappole (una ventina di lacci rinvenuti), un solo coniglio morto (vedi foto 5), molte zone ‘pulite’. I lacci per coniglio che avevamo tolto ad aprile non sono stati più rimessi.

 

 

 

 

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