Intervista a Jake Conroy, attivista Shac e prigioniero animalista

jake1Sul suo blog, il gruppo Liberazione Animale Genova ha tradotto e pubblicato un’intervista a Jake Conroy, attivista statunitense per lunghi anni coinvolto nella campagna Shac e imprigionato nelle carceri americane per il suo impegno, una delle tante vittime del famigerato Animal Enterprise Act (link in inglese).

In sintesi, l’AEA è una legge federale promulgata durante la presidenza Bush che dichiara illegale e persegue duramente qualsiasi azione diretta a danneggiare economicamente chiunque trae profitto dallo sfruttamento animale. Ovviamente sotto questa fattispecie di reato possono tranquillamente finire comportamenti assolutamente pacifici e ‘legali’ (non che per noi legalità e illegalità abbiano nulla a che fare con ciò che è etico o no…) come campagne di pressione, pubblicità negativa, investigazioni e reportage, boicottaggi economici etc.etc.

In questa intervista Jake racconta di come si è avvicinato all’animalismo, della sua partecipazione nella campagna Shac, della sua disumanizzante esperienza in carcere e soprattutto dell’importanza della solidarietà ai prigionieri.

Cosa è Stop Huntingdon Animal Cruelty? Shac è una campagna internazionale (diffusa soprattutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna) finalizzata a far chiudere la più grande catena di laboratori del mondo, Huntingdon Life Sciences. Hls è un vero inferno per gli animali: diverse inchieste giornalistiche hanno dimostrato che all’interno dei suoi stabulari gli animali reclusi, oltre alla sofferenza della sperimentazione, devono patire abusi e violenze assolutamente gratuiti da parte di ricercatori e inservienti.

La pubblicazione di questi documenti e la campagna di pressione hanno portato Hls ad un passo dal lastrico. Molti clienti, investitori e fornitori di materiali e servizi hanno via via cessato ogni rapporto e solo l’intervento diretto del governo inglese, sotto forma di generoso finanziamento, ha per ora salvato l’azienda. Ma la campagna continua, e a nulla è servita la stretta repressiva, che ha portato in carcere – in alcuni casi con pene detentive sproporzionate – decine di attivisti negli Usa e nella Gran Bretagna.

Leggi l’intervista: http://liberazioneanimalegenova.noblogs.org/post/2013/02/23/prospettive-per-un-attivismo-efficace-e-repressione-da-parte-dello-stato-intervista-a-jake-conroy-ex-prigioniero-antivivisezionista-della-campagna-shac/

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